AHAB

Gianpaolo Pasini (Drums, Rhythmic overdubs)

Marco Fiorina (Bass Preproduction)

Mauro Ghilardini (Vocals, Orchestral score, Pianoforte)

Michele Savoldelli (All Guitars)

 

SPECIAL GUEST

Alberto Bigoni (All Bass recording session)

Arrigo Magli (Piano solo on Oceano)

 

 

VENDETTA

“Mondo il disegno ora lontano
e campo nel diritto vago e… Gioco”


Scoglio, 
nero gelido,
come la bianca ossessione
che squarcia un oceano…

Oceano,
muto livido
scatena impotenti 
orizzonti di lampi e di nuvole...

Nuvole,
nere e cariche,
invocan tremanti
in estesi banchi, vendetta!

Vendetta!
(Vai dai non fermarti mai
Sai ch’ora inseguirai!)

Uomo,
cane pavido
giullare sopito
dal sordo guaito e stupido…

Stupido,
viver nel timor
della mietitrice 
che sparge veloce terrore…

Terrore poi di risvegliarvi,
più bestie dei vostri animali,
più cadaveri dei vostri morti, 
svuotati da ogni passione e realtà.

Vendetta!

Oh Dio, Tu lo sai!
Sangue, sudore e lacrime sento fra le mie membra
mi divoran le ossa curve di ricordi…

Chi di voi,
vuole smetter di belare leggende altrui, 
e desidera affrontare il proprio destino, 
senza aspettare che questo lo trovi sopito? 

(Chi di voi?)
Chi?

REVENGE

“I cleanse the design now far away
and I live in law wander and... Play”


Rock,
black, cold,
like the white obsession
that splits open the sea…

Ocean,
silent, like a bruise,
unleashes impotent
horizons of lightning and clouds…

Clouds,
black and heavy,
call out trembling
into white expanses: Revenge!

Revenge!
(Go on, don’t ever stop,
you know you’ll pursue!)

Man,
cowardly dog,
a jester lulled
by the dull, stupid howl…

Stupid,
to live in fear
of the reaper
who scatters swift terror…

The terror of reawakening
more bestial than your animals,
more corpse-like than your dead,
emptied of all passion and reality.

Revenge!

Oh, G-d, you know!
Blood, sweat, and tears I feel within my limbs,
they devour my bones bent with memory…

Who among you
would quit howling the legends of others,
and would face his own destiny,
without letting it find you asleep?

(Who among you?)
Who?

 

 

PRESAGIO

(Strumentale)

 

 

OMEN

(Instrumental)

 

 

PARTENZA

Ehilà!
Leva l’ancora!
Il vento ci accompagnerà!
Starbuck al timone!
Ismael sul pontile!
In vedetta tu,
e voi lassù,

tutti pronti alle vele,
al mio ordine su! (al tuo ordine su!)
Svelti, lesti e rapidi,
rapidi con quegli ormeggi!
Alle cime anche tu!
Forza!
Avanti!
Ehilà!
Leva l’ancora!

Madre benevolenza rispondi,
al grido di questi tuoi figli,
abbraccia i loro sogni,
lungo il cammino,
s‘infiammerà il bisogno
del nostro dolce
tormento.

Tempeste
ne morte
potranno placare la fame
del tuo grande orgoglio.

Scruterai per sempre l’orizzonte
fino a quando scorgerai:
il manto bianco,
lo sguardo fermo,
l’inconfondibile respiro.

(Il vento ed il sole, 
ora gonfian le vele,
la terra scompare,
alle spalle.)

Dio, Re del Cielo
Signore del mar…

Spezza le tue forti braccia sui remi
e lascia recitare i segni
che tu porterai sulle mani.
Il tuo destino,
riecheggerà immortale
nel grande libro 
del mare.

Soltanto la vittoria, farà 
nuovamente segnare 
l’ora del tuo ritorno.

Canta con coraggio la disfida 
e che il rampone sia:
la tua parola,
il tuo rifugio,
il tuo unico conforto.

Il vento ed il sole, 
ora gonfian le vele,
la terra scompare,
alle spalle.

Salpiamo madre mare chiama
con le sue campane,
storie, miti, terre sempre più lontane,
culla delle nostre vite e sogni.

Salpiamo…

 

 

DEPARTURE

Hey!
Raise the anchor!
The wind will see us off!
Starbuck at the helm!
Ismael on the pontoon!
You, on the lookout,
and you up there,

ready the sails
raise them at my command! (at your command!)
Prompt, nimble, quick,
quick with those moorings!
And you, to the topmast!
Go!
Forward!
Hey!
Raise the anchor!

Mother of mercy, answer
the cry of these, your children,
embrace their dreams.
Along the way,
the need
of our sweet torment
will catch fire.

Neither storms
nor death
can sate the hunger
of your great pride.

You’ll scan the horizon forever
until you catch sight of it:
the white cloak,
the firm gaze,
the unmistakable breath.

(Wind and sunlight
now swell the sails.
Land vanishes
behind us.)

G-d, king of heaven,
lord of the seas….

Break your strong arms on the oars,
and let the marks on your hands
tell their story.
Your fate
will echo forth, immortal,
in the great book
of the sea.

Victory alone
will make the hour of your return
resound.

Sing with courage the challenge,
and let the harpoon be
your word,
your refuge,
your sole comfort.

Wind and sunlight
now swell the sails.
Land vanishes
behind us.

We set sail, mother sea calls
with her bells,
stories, myths, ever-more-faraway lands,
cradles of our llives and dreams.

We set sail…

 

 

OCEANO

(Strumentale)

 

 

OCEAN

(Instrumental)

 

 

ALBA

Se ogni onda somigliasse un poco a me
avrebbe forza per turbare il mare ai limiti;
se questa alba lenta insinua dubbi nella via
permetterò poi ai tramonti di inseguir la mia scia
in libertà.

(Nasce l’alba…)

Se questo primo raggio fosse come me
avrebbe luce per squarciare cielo e nuvole;
e doppierò anche Capo Horn
senza timore t’inseguirò
e brinderò alla vittoria
sulla vita mia che nascerà!

(Nasce l’alba…)

Ma non capisco, 
il vuoto dentro me,
E’ come un fiume di ricordi che
cercano il sole…

Questo mio canto innalzerò,
e il mio ricordo scioglierò,
questo dolore sopirò, 
e un nuovo uomo quel giorno diverrò! 

Sempre, sempre… 
navigherò alla ricerca
fin quando avrò fiato e forza 
non scorderò questa promessa 
e vincerò la mia scommessa 
e inseguirò la conoscenza che 
comprenderò fino all’essenza vera
dell’esistenza.

 

 

DAWN

If each wave resembled me only a little,
it would have the force to stir up the sea at its limits;
if this slow dawn insinuates doubts along the way,
I’ll allow the sunset to follow freely in my wake.


(Dawn breaks…)

If these first rays were like me,
they’d have the strength to split open sea and clouds;
and I’ll double Cape Horn,
I’ll follow you fearlessly,
and I’ll drink to victory
with my newly-born life!

(Dawn breaks)

But I don’t understand
the void within me,
like a river of memories
that seek the sun…

I’ll raise this song of mine,
and dissolve my memory,
soothe this pain,
and become a new man that day!

Forever, forever…
I’ll sail in pursuit
as long as I have breath and strength.
I won’t forget this promise,
and I’ll win this wager,
and I’ll seek the knowledge,
and I’ll understand the very essence
of existence.

 

 

CACCIA

Vili Cani!
Balena morta, o lancia sfondata!

(Vai, dai, non fermarti mai
sai, che ora inseguirai
Vai e che non perderai
Mai la tua preda.)

Vile è il ramponiere,
vile è il capitano
se il sangue della preda
non tinge la sua mano!

Bieco è l’uomo inutile
bieco è il fato in cielo
se l’onta dell’ignobile
oscurerà il destino!

Mano non puoi sbagliare,
stringi l’acciaio vivo e vai a colpire…
Furia del mare ascolta,
l’ora della vendetta ormai è giunta… 

Cuore no,
consolare potrò 
il vento che
spira dentro di me?
Luce fioca laggiù,
non lasciarmi anche tu…
Vita mia…

Crudele destino 
ci distogli dal cammino!
Ma chi cerca la giustizia
troverà, fama e gloria.
Perchè questi sono i giorni
in cui il suo libro si aprirà… 

Che la sorte mia si compia!
E nel libro sia sepolta!

Voi che saprete seguirmi ancora
vi consoli la mia parola!
Se la rotta vi porta lontano
il miraggio che inseguo ora non è vano.
L’alba è un ricordo ormai
la luce sbiadisce nel tempo,
le tenebre scendono già.

 

 

HUNT

Vile dogs!
A dead whale or a shattered spear!

(Go on, don’t ever stop,
you know you’ll pursue!
Go on, and you’ll never lose
your prey.)

Vile is the harpooner,
and vile is the captain,
if the blood of his prey
doesn’t stain his hand!

Grim is a useless man,
grim are his stars,
if the shame of baseness
casts a shadow on his fate!

My hand, you can’t fail,
take hold of the gleaming steel and strike…
Listen, fury of the seas,
the time of revenge is here…

No, my heart,
how can I calm
the wind
that rages within me?
Feeble light on high,
don’t you leave me, too…
My life…

Cruel fate,
you turn us from our path!
But he who seeks justice
finds glory and renown.
For these are the days
when his book will open…

Let my fate be accomplished!
Let the book swallow it up!

Those of you still willing to follow me,
may my word bring you solace!
If this course carries you far,
then the mirage I pursue is not vain.
Dawn is nothing but a memory,
light grows weak in time,
and shadows fall.

 

 

RAMPONE

Fabbro brandisci strumenti di morte!
Batti ripiega e fucina la sorte!
Picchia più forte il mio sentimento,
spiana le rughe profonde del cuore mio… 

Forgia nel sangue pagano il puntale
Voglio un rampone con tempra mortale
Sangue battesimale salva,
il ferro malvagio che tutto segna in me…

Convertendo l’anima nel gioco del male
saturo l’arida fantasia
Abbracciando il magico scettro dell’ignoto
Cori sospirano immagini…
…e non mi importa
se affrontando il tragico inesorabil fato
morirò, ma sarò libero… libero… libero.

Vento rinnova il violento pensiero!
Pioggia rinfranca l’istinto guerriero
Tutto mi giocherò quel giorno
Il cielo, il mare profondo e finalmente sarò…

Luce che rilegge la storia d’ogni uomo
Eco di fragili poesie
Inseguendo l’anima, pegno col destino,
Morirò, ma sarò libero…
libero… libero…
libero!

 

 

HARPOON

Smith, brandish instruments of death!
Beat, bend, and forge fate!
Strike my feelings even harder,
smooth out the deep creases in my heart…

Forge the point in pagan blood.
I want a harpoon with mortal temper.
Baptismal blood, save
the baleful iron that marks every inch of me..

Turning my mind to the play of evil,
I drench my parched fantasy.
Embracing the magical sceptre of the unknown,
hearts sigh images…
…and I don’t care
if I die facing my tragic, unavoidable fate.
I shall die, but I’ll be free… free… free…

Wind, renew my thoughts of violence!
Rain, refresh my warrior instinct!
I’ll wager all that day—
Heaven, the deep sea, and I’ll finally be…

Light that reveals every man’s story,
echo of frail poems,
following my mind, forfeit to destiny,
I shall die, but I’ll be free…
free… free…
free!

 

 

TEMPESTA

(Strumentale)

 

 

STORM

(Instrumental)

 

 

DELIRIO

...e se quel malessere profondo 
che ti spinge ad allontanarti
dallo specchio per puro orrore 
e ti lascia il fiato corto 
alla bocca dello stomaco; 
quell'estremo godimento 
di emozioni negriere; l'insulso 
correre di parole che celano la verità; 
la lenta rovina verso un baratro 
affrescato a festa da sapienti mani merdose; 
la certezza di essere soli in una lotta 
contro il tuo universo, persi in una pioggia d'aprile 
e condannati perpetuamente dalla stessa 
tua ragione crocifissa, 
fumanti di rabbia infinita…

Quella rabbia infinita
verso la più banale delle gioie, 
verso la più troia delle letizie; 
quel destino da boia troppo umano; 
di libertà sospetta; 
quella bonaccia caotica tanto cercata 
non fosse che il male? 
Satana stesso, 
nascosto dietro litri di cristalli 
frantumati, da ricomporre ogni giorno, 
a mano a mano, 
un passo oltre il peso, 
in piena luce 
Dio!
Dio?
Comandamenti e libertà?
Di piangere e gridare: 
ma, non sono solo ora 
Sono tornato, io….

 

 

MADNESS

…and if that deep malaise
that drives you away
from the mirror from sheer horror
and leaves you with halting breath
in the pit of your stomach;
the extreme pleasure
of a slavedriver’s emotions;
the insipid rush of words that hide truth;
the slow decay towards a coffin
gaudied by shitty, knowing hands;
the certainty of being alone in a struggle
against your own universe, lost in an April rain
and forever damned by your own
crucified reason,
smoking with infinite rage…


That infinite rage
towards your most banal joys,
your most whorish delights;
that hangman’s destiny, oh-so-human,
of suspect liberty;
that chaotic calm so long sought…
if it were nothing but evil?
Satan himself
hidden behind liters
of shattered crystal, to mend each day,
little by little,
a step beyond weight
into broad daylight…
G-d!
G-d?
Commandments and freedom?
To weep and cry out:
but, I’m not only now…
I’ve returned, I…

 

 

MORTE

Come barca sospinta fra le cupe tenebre d’un oceano di ombre destinato all’ombra, dal freddo alito dell’immutabile, io solco mari ignoti ed infiniti, perché l’inseguimento è proprio come un ritorno, poiché onda dopo onda, memoria sopra memoria, scopro che nulla s’è rivelato alla mia conoscenza, è rimasto soltanto l’ignoto, l’enigma, il passato colmo di mistero che ritorna come flutto sulle sponde del presente indi circondato come sono da uomini ingenui quanto valorosi, dal cupo cielo di speranza che i corpi avvolge come sudario fresco, intriso di balsami ed oli, dal vento che sferza i volti per la folle velocità delle lance lanciate verso l’impossibile, sento, indelebile ed inconfondibile, l’odore acre ed immutabile della colpa che s’unisce in alchimie arcane con l’odore del mare straziato dalla chiglia della lancia e il profumo del destino sorpassato a volte dallo squillante suono della campana della oramai lontana nave, che si propaga come un eco fra i capelli violentati dalla caccia e spinge i temerari ad urlare incitamenti alla propria e alla mia angoscia verso le grandi distese marine che il mostro alla nostra vista fra onda ed onda nascondono.

Eppure ogni onda strappa un lembo di superbia anche a coloro che non osano fiatare per rispetto dell’ignoto, uniti in una corale preghiera muta che parla attraverso lo scorrere dell’ansia nei loro occhi, forse più consapevoli del ridicolo verso cui voliamo eppure certi che in fondo tale caccia è stata già scritta e destinata fin dalla nascita del cosmo stesso ad ognuno di noi, come un personaggio secondario d’un dramma teatrale, schiavo dal copione, certo del finale a cui nessuno può sottrarsi, deciso piuttosto ad innalzarsi

E questa volta non c’è più niente da dire, barca da guidare
Questa volta siamo soli con il mare,
senza un molo da salutare
Soli e persi come un gabbiano di sale,
lenti ad implorare
Che ripensa alle notti passate a pensare
e a ripensare e a pensare…

Non c’è un porto sicuro dove poter attraccare
Ne pagine chiare di diario da colorare
Non c’è un segreto che si possa capire
Sognare o perfino oscurare oppure ignorare
Non è più un progetto che vorrei finire
È un processo lungo quanto lo stesso mare
È una lotta interiore da scoprire è un dubbio da lasciare
È Una fede ritrovata pronta a camminare
Verso oceani di luce,
Attese immense ma fragili.

E questa volta non c’è più nulla da capire
Questa volta non son carte da decifrare
Questa volta non c’è vita da dimostrare
non c’è sangue da esibire, ne coraggio da simulare
Questa volta non è un mare in tempesta
Che si scontra con la nave e la sovrasta;
Questa volta è uno scopo inumano
Una sfida col destino che sfugge dalla mia mano.

E questa volta non è un cancello da varcare
Questa volta è un abisso da presagire
Questa volta è un cristallo da sognare
Che per non impazzire sono costretto a braccare.

E per braccare sono costretto a navigare
Per navigare costretto a soffrire
Per soffrire costretto a cercare
Per cercare sognare,
per sognare morire!
Ah!

“Gioco e vago
diritto nel campo e lontano
ora disegno il mondo”

 

 

DEATH

Like a boat driven among the dark shadow of a sea of shades destined for darkness by the chill breath of the immutable, I plough seas unknown and infinite, because pursuit is like a return, since wave after wave, memory after memory, I discover that nothing was revelealed to my knowledge and that only the unknown remains, an enigma, a past overflowing with mystery that returns like a wave on the shores of the present, thence surrounded like valiant, naive men by the dark sky of hope that wraps bodies like a clean shroud, drenched in balsams and oils, by the wind that lashes cheeks, by the mad speed of harpoons launched towards the impossibile, I smell the indelible, unmistakable, bitter, and unchanging stench of guilt that joins in strange alchemies with the odor of the sea violated by the spear’s keel and the fragrance of a destiny sometimes overcome by the brilliant sound of the bell that spreads like an echo among hairs raped by the hunt and drives the rash to howl exhortations at anguish (their own and mine) towards the great expanses of the sea that hide the monster among the waves from our sight.

And yet, each wave tears a strip of pride even from those who dare not breathe out of respect for the unknown, united in a silent collective prayer that speaks through the flow of anxiety in their eyes—more aware, perhaps, of the ridicule towards which we fly but certain that, finally, the hunt was already written and destined at the birth of the cosmos itself for each one of us, like secondary characters in a play, slaves of the script, certain of the end from which no one can be spared, intent instead to…

And this time there’s nothing more to say, no ship to steer. This time we’re alone with the sea,
without a pier to bid farewell to,
alone and lost like a seagull,
slow to implore,
who thinks back on nights spent thinking
and thinking back and thinking…

There’s no safe harbor where we can moor,
no blank pages of a diary to color.
There’s no secret to understand,
to dream, to darken, or even to ignore.
This is no longer an undertaking I wish to complete.
It’s a trial as long as the sea itself,
an inner battle to discover, a doubt to abandon,
a newfound faith ready to set off
towards oceans of light,
immense but fragile expectations.

And this time there’s nothing more to understand,
this time no papers to decipher,
no life to prove,
no blood to show off, nor courage to fake.
This time it’s no storm-tossed sea
that crashes against a ship and upends her.
This time, it’s an inhuman aim,
a challenge against destiny that slips from my hand.

And this time it’s no gate to pass through.
This time it’s an abyss to foresee,
a crystal to dream
that I must stalk to keep from going mad.

And to stalk, I must sail;
to sail, I must suffer;
to suffer, seek;
to seek, dream;
and to dream, die!
Ah!

“I play and wander (I play and, lovely,)
straight into the field and faraway
I now fashion the world”